';

Genitore sei tu l’esperto!

Aiuta tuo figlio a capire

Quante volte hai pensato “è troppo piccolo, non può capire…” oppure “meglio tenermi tutto dentro per non farli soffrire…”. Sono tutti pensieri nati dal desiderio di proteggere, ma gli studi scientifici dimostrano che i segreti causano dubbi che a loro volta possono provocare disagi. Per questo parlare di disagio psichico è protettivo per i figli. È importante spiegare ai propri figli quello che accade perché loro fin da piccoli provano a dare un senso a quello che percepiscono, vogliono sapere cosa accade intorno a loro e vorrebbero poterlo chiedere ai propri genitori. Altrimenti resteranno da soli a preoccuparsi e a trovare le risposte anche se non lo dimostrano. Potrebbero arrivare a conclusioni erronee e a volte più gravi della realtà, ricorda l’immaginazione non ha fine! Avere una risposta dai propri genitori è molto rassicurante. I genitori sono i massimi esperti di sé stessi e dei loro figli; quindi, sono la fonte di informazioni più autorevole e sicura.

Sappiamo che in questo sito ti proponiamo delle strategie che possono risultare difficili o che sono l’opposto di quello che comunemente si pensa essere protettivo. Ovviamente, non sono delle regole da seguire scrupolosamente ma un invito a riflettere, se ti sorgono dubbi o riflessioni condividile con il dottore di fiducia.

Prima di parlare con tuo figlio o un familiare del tuo stato di salute prenditi tempo per fare mente locale su alcuni aspetti molto importanti.

È normale avere comportamenti sintomatici quando si soffre di un qualsiasi disturbo, fisico o psichico. Alle volte è molto difficile riconoscerli perché sono parte delle quotidiane espressioni comportamentali di una persona. Altre volte invece, risultano ben evidenti perché hanno un impatto negativo sulla vita quotidiana sia della persona che li esprime che dei suoi familiari. Riconoscerli è importante perché permette alla persona stessa di affrontarli e ai familiari di capire come si esprime il disturbo.

Un esempio: nella depressione è frequente sentire il bisogno di rimanere da soli, un* bambin* potrebbe credere che il genitore non voglia passare del tempo con lui/lei o che è arrabbiato con la famiglia. Spiegare che invece, è una necessità per riprendere energie e non avere pensieri difficili da gestire, che altrimenti ci si potrebbe sentire nervosi o tristi, può alleggerire le preoccupazioni del* figli*.

Nessun comportamento nasce dal caso. Ci sono infatti, situazioni specifiche che possono causare stress e provocare reazioni diverse per ogni persona. È quindi importante riconoscere quali sono i fattori scatenanti per anticipare e contenere comportamenti ed emozioni invalidanti. Può essere utile parlarne in famiglia, proprio perché spesso sono le persone più vicine che osservandoci riconoscono i fattori scatenanti e notano per primi i nostri cambiamenti nel comportamento o nell’umore.

Avere un linguaggio condiviso, un “vocabolario della famiglia” su questo può aiutare su* figli* a individuarli e a parlarne.

 

Ti elenchiamo alcuni esempi di fattori scatenanti:

  • Sonno disturbato.
  • Cambiamenti di vita significativi (ad es. Avere un bambino, trasloco, cambio di lavoro).
  • Pressioni finanziarie.
  • Perdite.
  • Problemi di relazione.
  • Un’esperienza spiacevole in cui potresti esserti sentito deluso da te stesso o criticato da altri.
  • Alcuni periodi dell’anno (ad es. Particolari stagioni, anniversario degli eventi).
  • Problemi di salute propri o di un familiare.
  • Uso di alcol o droghe.
  • Modifiche al piano di trattamento o ai farmaci.
  • Situazioni specifiche (ad es. Entrare in un luogo pubblico affollato).

Abbiamo detto che ogni persona ha le sue fonti di stress ma è importante sapere che ognuno possiede anche una cassetta degli attrezzi per sentirsi meglio. Pensa alle cose che ti sono state utili per affrontare e superare i momenti di stress, condividerle con i tuoi familiari li aiuterà a capire quali sono le strategie che potete mettere in campo.

Alcuni esempi:

  • Parlare con un amico, la persona amata o il personale sanitario.
  • Passeggiare.
  • Organizzare un’attività gradita.
  • Scrivere o disegnare per esprimere sentimenti e pensieri.
  • Dedicare tempo ad un hobby.
  • Frequentare un gruppo di supporto.
  • Esercizio fisico.
  • Ridurre le responsabilità non essenziali.

Ogni età e ogni bambino ha un linguaggio proprio e tutti gli argomenti, anche quelli più dolorosi, si possono spiegare. La verità detta con parole adatte all’età e alla situazione è sempre la soluzione vincente; anche se può portare in un primo momento tristezza o commozione darà nel tempo, sollievo a chi la riceve.

Ricorda che le capacità dei bambini di comprendere gli eventi della vita cambia con il loro sviluppo; quindi, potrebbe essere necessario spiegare gli stessi concetti o avvenimenti più volte. Man mano che crescono i bambini possono gestire informazioni via via più complesse. Confrontarti con un esperto di età evolutiva o con l’altro genitore può essere utile per individuare quali informazioni fornire e come proporle. Nel nostro sito troverai materiale specifico pensato per facilitare la comunicazione del disagio psichico ai minori. La lettura di questo materiale non va a sostituire la tua spiegazione ma può essere una base da cui partire o una integrazione al discorso che hai pensato.

Genitori in azione! Consigli pratici per affrontare la quotidianità.

Sappiamo che quando si attraversa un periodo della propria vita in cui lo stress  fa da padrone è difficile trovare la forza per organizzare, pianificare e proporre attività ai propri familiari, anche se lo si desidera fortemente.

Con questi brevi e pratici consigli vorremmo provare ad aiutarti nella gestione di alcune situazioni comuni che potrebbero portare beneficio sia a te che ai tuoi familiari.

Trascorrere del tempo in famiglia è un’ottima strategia per rafforzare le relazioni e il benessere sociale ed emotivo tuo e dei figli. Questo non significa che è necessario stare sempre insieme. È bene dedicare del tempo per sé stessi e anche per la famiglia. Così come è altrettanto importante che i figli imparino a condividere del tempo con persone di fiducia diverse dai genitori (parenti, amici, allenatori…).

Ricorda: sono le cose semplici che possono fare la differenza, non importa strafare. Può essere sufficiente leggere storie, mangiare in compagnia qualcosa di diverso dal solito o che si è cucinato insieme, chiacchierare in macchina, organizzare una passeggiata o una gita in famiglia.

È importante chiedersi che cosa renderebbe felice tu* figli* e cosa senti di poter affrontare in quel preciso momento della tua vita.

Esempio: tuo figlio vorrebbe organizzare una gita fuori porta ma in questo momento senti che i luoghi affollati potrebbero essere fonte di stress, proponi una passeggiata in campagna, una visita ad una fattoria o una passeggiata in bicicletta vicino ad un fiume. Cerca di spiegargli il perché di questa scelta, capirà. Una buona strategia oltre a spiegare come ti senti, può essere lasciare scegliere a tu* figli* fra un paio di alternative da te selezionate. Ad esempio si potrebbe dire: “non riesco ad andare in centro perché in questo periodo quando sono in mezzo a tanta gente mi sento nervoso e vorrei sentirmi tranquillo quando stiamo insieme. Conosco comunque dei posti interessanti in cui potremmo andare, preferisci una passeggiata vicino al fiume o visitare una fattoria?”.

Quando un genitore si sente poco bene e ha necessità di rimanere nella propria abitazione è frequente che anche i figli rinuncino alle attività extra familiari o che il genitore stesso fatichi ad organizzarle.

È importante aiutare tu* figli* a mantenere i suoi impegni quotidiani, come la scuola, lo sport e le attività sociali. Incoraggiare i figli a perseguire diversi interessi offre loro l’opportunità di fare amicizia, sviluppare fiducia nelle proprie capacità e rafforzare le proprie competenze sociali. Inoltre, sapere di averli aiutati ad affrontare questi impegni ti farà sentire orgoglioso delle tue capacità genitoriali. Ricordati che non sei solo! Tutti i genitori hanno bisogno di persone fidate per mantenere gli impegni dei figli. Individuale e chiedi espressamente il tipo di aiuto di cui hai bisogno specificando i tempi e le modalità. Sapere che nei momenti in cui non ti sentirai bene, ci sono persone già informate su come mantenere gli impegni dei tuoi figli ti farà sentire più sicuro.

Le routine scandiscono le nostre giornate e promuovono un piacevole senso di sicurezza, specialmente quando non ci si sente bene. Ma anche per i bambini, pur essendo perfettamente in salute, è fondamentale mantenere le loro abitudini giornaliere. Ecco quindi, che quando un genitore sta attraversando un periodo difficile può avere esigenze simili a quelle dei suoi figli. Come, ad esempio, leggere una storia tutte le sere prima di andare a dormire, apparecchiare insieme la tavola per la cena o controllare lo zaino possono sembrare attività di poco conto ma in realtà permettono a tutti i famigliari di sentirsi sicuri.

Può capitare che in determinati periodi anche le attività quotidiane siano difficili da affrontare, è normale. Puoi chiedere a qualcun altro di fiducia di aiutarti.

Ogni famiglia ha il suo modo di gestire le faccende domestiche e distribuire i compiti. Anche i figli devono contribuire a mantenere la casa in ordine perché prendersi cura dei propri spazi aiuta a sentirsi meglio e a diventare responsabili. Questo però non deve limitare le loro abitudini o interferire con gli impegni scolastici. Alle volte quando i genitori non si sentono bene i figli si prendono carico di tante responsabilità, altre volte si arrabbiano con i genitori perché vorrebbero vederli attenti alla casa, altri ancora non mostrano alcun interesse per l’ordine. Qualunque sia la vostra situazione è utile concordare e specificare i compiti domestici che ognuno deve eseguire differenziandoli se necessario, in base a come ti senti.  Nei periodi in cui ti senti particolarmente in difficoltà puoi chiedere ai tuoi famigliari di assumersi qualche compito in più, motivando la richiesta e rassicurandoli che ti stai curando e nel momento in cui ti sentirai meglio riprenderai le tue mansioni domestiche. In questi particolari periodi ricordati di:

  • ringraziare tu* figli*.
  • Aiutarl* a mantenere i suoi impegni e le attività a lui/lei gradite, valutando insieme com’è meglio organizzarsi e a cosa dare priorità.
  • Scegliete insieme a chi chiedere un supporto, anche temporaneo e quali attività delegare a questa persona di fiducia.

 

È importante far sapere a tu* figli* come ti senti nel chiedergli questi aiuti e perché lo fai, ricordagli che i “compiti” da genitore sono importantissimi per te e che stai facendo il possibile per stare meglio e riprendere le consuete attività. Quando riesci chiedigli come si sentono e rassicurali che qualsiasi risposta per te andrà bene.

Alle volte è necessario un aiuto in più: cosa fare nei momenti di crisi.

I genitori che soffrono di un disturbo psichico sanno che la vita può essere paragonata ad una lunga corsa sulle “montagne russe”. Ci sono momenti di piacevole salita o equilibrio in cui ci si sente bene, altri in forte picchiata in cui il malessere è costante o periodi vorticosi di “crisi”. In questi ultimi casi è normale temere o essere certi di non riuscire ad affrontare con le solite strategie il proprio malessere. Tra le strategie di aiuto nei momenti di crisi, è previsto anche il ricovero in un reparto o in una struttura specializzata.

Quando risulta necessario trascorrere del tempo in ospedale è importante che il genitore sia rassicurato in particolare su due aspetti: poter contattare la famiglia, quando se lo sentirà, e il mantenimento delle abitudini quotidiane dei figli nonostante la sua assenza.

Caro genitore se ti ritrovi nella situazione sopra descritta abbiamo alcuni suggerimenti per te:

nel caso non disponessi del telefono puoi chiedere la collaborazione al personale del reparto o al familiare in visita. Cosa scrivere? Con i bambini e i ragazzi è sempre meglio fare poche domande! Poche e semplici parole basteranno per fargli sapere che sono nei tuoi pensieri.

  • Condividi con parole semplici quello che stai facendo (menù della giornata, attività svolte…);
  • ricordagli che ti stai prendendo cura di te (“mi mancate ma adesso è meglio per me rimanere qui perché i dottori stanno cercando una cura migliore”; “sento la tua mancanza ma ho deciso di ricoverarmi perché così tutti i giorni posso parlare con una dottoressa per capire come gestire le mie emozioni e quando tornerò a casa riuscirò a sentirmi più sicuro e tranquillo…”);
  • esprimi la tua curiosità rispetto alla loro giornata (“so che oggi hai avuto la partita, ti ho pensato e spero sia andata bene… non ricordo quando avevi la verifica, fammi sapere…”);
  • se hai figli piccoli puoi chiedere loro se hanno piacere di realizzare un disegno per te, inviarti foto della loro giornata o di un evento importante a cui non hai potuto assistere.

Se inviare un messaggio al giorno diventa un impegno complesso da organizzare prova a scrivere una lettera dopo un po’ di tempo. Scrivere può portare a galla tante emozioni, in caso sia così anche per te chiedi aiuto al personale dell’ospedale o al familiare che verrà in visita, parlando e confrontandoti con loro riuscirai ad unire parole ed emozioni! Per i contenuti ti suggeriamo di leggere i suggerimenti di “scrivi un messaggio”, se hai figli adolescenti guarda la sezione dedicata a loro.

  • Se non vedi e non senti i tuoi figli da tanto tempo rivederli può scatenare diverse emozioni, vanno tutte bene, anche mostrarsi commossi, non esistono parole o azioni perfette. Una strategia che potrebbe aiutare sia te che i tuoi figli, è provare a spiegare come ti senti (“sto piangendo perché sono molto felice di essere riuscito a telefonare e di rivederti… faccio fatica a parlare perché vorrei dire tante cose che non so da dove partire…”).
  • Se ti senti molto emozionato prima della telefonata, è meglio parlare con una persona di riferimento per riflettere su quello che vuoi far sapere ai tuoi figli. Se vuoi chiedi ad un familiare o ad un operatore di starti vicino all’inizio o per tutta la telefonata.
  • Assicurati che sia un buon momento sia per te che per tu* figli* per incontrarvi.
  • Chiedi agli operatori del reparto se c’è una stanza predisposta per le visite dei familiari.
  • Tu* figli* potrebbe sembrare intimidito, taciturno o distratto. Forse è spaesato dalla nuova situazione e/o un po’ spaventato dall’ambiente ospedaliero. Rassicurarlo dicendogli che è normale se si sente così, e chiedi se ha voglia di mostrarti un gioco sul cellulare, di condividere foto recenti delle sue giornate, di ascoltare la sua canzone preferita…

I figli spesso chiedono o vorrebbero sapere…

01
Cos' ho sbagliato?
Quando in famiglia succedono eventi dolorosi o difficili da gestire i bambini e i ragazzi potrebbero attribuirsene la colpa, questo può avvenire anche per lo stato di salute del proprio genitore. Per questo è importante assicurarsi che i figli capiscano che la salute mentale del proprio genitore non dipende da loro. Spiegare le cause del proprio disturbo è difficile ma non impossibile. Se non sai spiegartelo nemmeno tu, digli che stai cercando di capire com’è successo insieme ai dottori di riferimento e che appena ne sarai certo lo metterai al corrente. Di una cosa sei sicuro: non è stata colpa loro.
02
Posso aiutare mamma/papà? E come?
Può capitare che i figli, specialmente i più piccoli che hanno ancora un pensiero “magico”, pensino di poter “guarire” i loro genitori impegnandosi di più a scuola o comportandosi in modo iper-responsabile. Tuttavia, quando si accorgono che queste modalità non funzionano o non sono direttamente collegate al benessere del genitore, possono sentirsi in colpa, frustrati, arrabbiati o confusi.
È importante dire loro che non sono responsabili della salute dei genitori. Si può spiegare che alcuni comportamenti possono far star meglio i genitori ma non guarire, quello è un compito del genitore stesso e dei dottori. Ad esempio: “Quando ti dico che ho molto male alla testa mi aiuta che teniate tutti un tono di voce basso, ma per farlo passare ho bisogno di dormire e prendere le mie medicine. Quando starò meglio potremo ancora cantare e ascoltare musica insieme….anche ad alto volume!”
03
Perché non sei come le altre mamme o papà?
Quando in famiglia un genitore soffre di disturbo psichico o ha una malattia fisica invalidante può assumere atteggiamenti differenti dalla maggior parte degli adulti. Anche i farmaci possono portare i genitori ad agire diversamente dagli altri o limitare le loro attività, come il lavoro o partecipare ad una partita. Molti figli potrebbero mostrare imbarazzo per questi comportamenti dei genitori o desidererebbero non essere visti insieme a loro. Questo non significa che amano meno i loro genitori o che non vogliano veramente passarci del tempo insieme. Molte volte non sanno cosa scegliere e com’è meglio agire. Sono divisi tra il desiderio di stare con i genitori e la paura del giudizio. Questo stato d’animo si può presentare perché bambini e adolescenti sono sensibili nel percepire giudizi sociali, temono il pensiero degli altri e sono naturalmente portati a mettersi continuamente a confronto.
È importante spiegare ai figli l’impatto e le conseguenze che la malattia e/o i farmaci hanno sulla tua vita quotidiana e cercare di comprendere i loro sentimenti. È utile inoltre, dedicare tempo per ascoltare i loro dubbi e sentimenti. Per approfondire questo argomento ti consigliamo di leggere “Genitore, sei tu l’esperto! Aiuta tuo figlio a capire.” Se hai un figlio adolescente accedi alla sezione dedicata a loro.
04
Il disturbo psichico è ereditario?
I bambini e gli adolescenti potrebbero essere preoccupati per il proprio futuro, spesso si pongono questa domanda: capiterà anche a me? o avrò lo stesso disturbo? Spesso è una preoccupazione condivisa anche dai genitori.
Sebbene sia difficile rispondere in modo semplice, è importante che questo tema venga affrontato. È doveroso informare i propri figli che i disturbi psichici non sono contagiosi e non possono essere presi come il morbillo o la varicella. In più non esistono evidenze scientifiche sulla trasmissibilità genetica dei disturbi psichici ma sappiamo che il clima familiare e il tipo di relazioni sociali possono causare disagi nei figli, per questo è bene prevenire e fornire loro un aiuto prima che compaiono dei sintomi rilevanti. Inoltre, è importante spiegare che è normale percepire sentimenti difficili o spiacevoli come la rabbia o la tristezza ma che quelli provati un adulto con disturbo psichico sono molto più forti e gravi, tanto da aver bisogno spesso di un aiuto farmacologico per ridurli. Nella sezione approfondiamo insieme, troverai dei libri e del materiale per affrontare questo discorso sia con gli adolescenti che con i più piccoli.
05
Quando starai meglio? Guarirai?
I bambini e gli adolescenti sono portati a ragionare sul tutto o niente: una cosa esiste o non esiste, c’è o non c’è. Ma non è sempre così, specialmente quando si tratta di emozioni e di disturbi psichici. È importante spiegare ai figli che il disturbo psichico non è qualcosa che si può estrarre o far sparire dalla mente. Ci sono percorsi di cura differenti (psicologico, farmacologico… ) in base al tipo di disturbo che attenuano i comportamenti e i sentimenti disfunzionali e aiutano chi ne soffre ad affrontarli. Puoi aiutare i tuoi cari a capire le variabili che influenzano il tuo stato di salute e renderli consapevoli che possono alternarsi periodi più o meno lunghi di malessere e benessere. Ci sono genitori che hanno trovato utile spiegare ai figli come hanno imparato a “compensare” i comportamenti disfunzionali, a riconoscere ciò che li provoca e le strategie per stare meglio. Trasmettere ai figli che sei consapevole della tua salute e che stai o hai imparato a prenderti cura di te stesso li farà sentire sicuri.
Se dovessero chiederti una data certa di fine del tuo percorso prova a spiegare che capisci il loro desiderio di vederti in salute al più presto ma che non vuoi creare false speranze, quello che è certo è che stai facendo il possibile per stare meglio anche se alle volte stai male e sembra tutto difficile.